Pirani-scheda

La figura e l’opera di Quadrio Pirani

di Lorenzo Annigoni


Quadrio Ferruccio Pirani nasce a Jesi (AN) il 25 gennaio del 1878 da Oreste e da Stamura Fazi. Nel 1897 consegue la licenza di perito agrimensore presso il Regio Istituto Tecnico di Jesi e, due anni dopo, quella fisico-matematica presso il Regio Istituto Tecnico di Ancona. A Roma frequenta la Scuola Superiore di Ingegneria, laureandosi in ingegneria civile nel novembre del 1904. Durante gli studi, nel 1901, è nominato assistente dell’ingegner Benvenuti per la costruzione di una diga sul fiume Esino. Nel 1906, a Jesi, figura come redattore del settimanale socialista riformista “La libera parola†e frequenta lo studio fotografico Dominici. Come progettista, in questi anni realizza diverse sale cinematografiche, una a Fabriano, e due a Roma, poi demolite: il Teatro Umberto per Giuseppe Jovinelli in piazza dell’Unità (1908) e il Cinema Teatro Garibaldi, per Cesare Pennacchioli a Testaccio, tra via Aldo Manuzio e via Mastro Giorgio (1909). Nell’ambito dell’architettura funeraria progetta due cappelle a Jesi, una, nel 1905, per la famiglia Santarelli – oggi demolita – e l’altra per la famiglia Giovannini nel 1906. Nel 1904 inizia l’attività professionale con l’ICP di Roma che sarà segnata da una serie di interventi al Flaminio, Celio, San Saba e Testaccio (lotti XXX, XXXII-XXXIV). Nel 1910, viene nominato responsabile dell’Ufficio Tecnico dell’ICP ma nell’ottobre dello stesso anno lascia l’Istituto per dedicarsi alla libera professione aprendo, con Giovanni Bellucci, uno studio a via Cavour n. 325.
Le riflessioni maturate sui temi dell’edilizia sociale lo portano a partecipare al Concorso per il miglior tipo di casa popolare, abbinato al II Congresso Case Popolari, tenuto a Roma nell’ottobre del 1911, al quale partecipa in collaborazione con Bellucci, vincendo il secondo premio. In questi anni, si dedica anche all’attività didattica, infatti, nel 1907 è assistente di Architettura Generale e Applicazioni di Geometria Descrittiva presso la cattedra di Guglielmo Calderini, alla Scuola di Applicazione per gli Ingegneri di Roma. Nel 1910 diviene socio dell’Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura e nel 1920, con Giovannoni ed Edmondo Del Bufalo, redige il Piano regolatore elaborato dal Comitato Tecnico esecutivo del Consorzio di Città-giardino Aniene a Montesacro.
L’attività professionale di Pirani è segnata soprattutto da progetti a carattere residenziale, villini, palazzine e fabbricati intensivi e semi- intesivi per diverse cooperative edilizie, pubbliche e private.
Tra il 1911 e il 1914 a Roma realizza l’edificio per la signora Ida Du Challiot in Bellucci, su un lotto compreso tra viale Trastevere e via Merry del Val (1911); del 1912 è il progetto di un edificio ad uso scuderia, garage e abitazioni per la cooperativa “Conducenti vettureâ€, tra via Emanuele Filiberto e via Petrarca (non realizzato). Nel 1913, firma il progetto di un gruppo di case fuori porta Latina, per la cooperativa “Appiaâ€, alla quale subentreranno, nel 1923, le cooperative “1a Latinaâ€, tra ferrovieri dello Stato, e “2a Latinaâ€, tra impiegati dello Stato. Sempre del 1913 è l’edificio a lungotevere degli Anguillara, per la cooperativa dei Tipografi, mentre nel 1914, su via del Campo Boario, progetta il fabbricato per Ergomino Di Palma, per il quale costruirà altri due edifici, sempre sulla stessa strada.
Dopo aver partecipato come bersagliere alla prima guerra mondiale – viene promosso a capitano per meriti di guerra – riprende l’attività di architetto. È soprattutto il lavoro per le cooperative che lo vede impegnato in uno dei temi centrali che segnano lo sviluppo di Roma nel primo dopoguerra, la casa per il ceto medio. Tra i diversi progetti ricordiamo gli interventi per l’IRCIS, con il gruppo di Piazza d’Armi (1920); il fabbricato per la cooperativa tra gli impiegati dello stato “La Fiduciaâ€, a via Livenza (1920); il complesso edilizio per la cooperativa “Italia Nuovaâ€, tra viale regina Margherita e via Morgagni (1920 – non credo sia stato realizzato); il gruppo Villa Lancellotti, per l’IRCIS, con i lotti A-B (1920), C-D (1921), E-G (1922) e I (1926). Sempre negli anni Venti, progetta due fabbricati per la cooperativa tra gli impiegati della Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali (ex “Ferrero di Cambianoâ€), in viale Carso e via Costabella (1923); un edificio per la cooperativa tra gli impiegati dell’Istituto Nazionale di Credito per la Cooperazione “AlmaSedes†già “Alma Domusâ€, in viale Regina Margherita (1924-1925), e un fabbricato per la cooperativa “Avvocatura Erariale†a Piazza Mazzini, poi modificato e sopraelevato dallo stesso Pirani.
Lo studio di soluzioni abitative a bassa densità edilizia (villini, case a schiera e palazzine) viene sviluppato da Pirani, oltre che nei già citati interventi a San Saba e a Città-giardino Aniene, anche in altre occasioni professionali, come i progetti di trecentocinquanta villini per la cooperativa fra ferrovieri “Il Progresso†a Villa Fiorelli (del 1922, in parte sostituiti da intensivi); nel piano regolatore per una città giardino a Roma Vecchia, commissionato dal Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio, e nelle casette a Grotta Perfetta per la cooperativa tra tranvieri comunali “Roma†(1925). Inoltre, sempre negli anni Venti, a Falconara, Pirani progetta la casa del fratello Attilio (1921), mentre a Jesi costruisce la sede della Banca Popolare Cooperativa di Jesi (1928), oggi demolita.
L’affermazione professionale lo porterà a rivestire prestigiose cariche pubbliche: nel 1918, viene nominato membro della Commissione per lo studio dei Problemi Tecnici del Dopoguerra, dal 1921 al 1923, fa parte della Commissione Edilizia del Comune di Roma, mentre nel 1925, sarà membro del Consiglio Superiore dell’Economia Nazionale e poi, nel 1929, del Direttorio del Sindacato Fascista Ingegneri di Roma.
Il progetto del 1930 delle palazzine a via Dandolo a Roma, costruite per sè e i suoi familiari e la ristrutturazione di un casino di caccia a Jesi (Villa “La Meridianaâ€), sono gli ultimi interventi firmati da Pirani. Dopo il 1930 la sua attività si limita a perizie e consulenze tecniche.
Muore a Roma il 2 giugno 1970 nella sua casa in via Pompeo Magno.


 

Bibliografia di riferimento

G. Monti, A. Roccetti, L’opera di Quadrio Pirani dai documenti del suo archivio, in “Architettura Archiviâ€, I, 2, 1982 (Fontanella Borghese), pp. 61-86.

L. Toschi L., Vicende della casa popolare a Roma nelle realizzazioni di Quadrio Pirani, in “Avanti!â€, 2 luglio 1983.

L. Toschi, Il II Congresso Nazionale per le case popolari (Roma 1911) e l’attività di Quadrio Pirani, in “Storia dell’Architetturaâ€, 2, 1983, pp. 29-52.

L. Toschi, Edilizia economica e popolare nello sviluppo urbanistico di Roma moderna (1870-1903), Roma 1983.

L. Toschi, Roma “popolare†nell’opera di Quadrio Pirani, in “Avanti!â€, 18 luglio 1985.

L. Toschi, L’Istituto Romano Cooperativo per le Case degli Impiegati dello Stato (1908-1933) – Q. P. (Jesi, 1878 – Roma, 1970), Roma 1986.

L. Canevaris, E. D’Amato, P. Calmieri, Quadrio Pirani, in G. Strappa (a cura di), Tradizione e innovazione nell’architettura di Roma capitale, 1870-1930, Roma 1989, pp. 111-114, 135-136.

F. Matitti, Elementi decorativi legati agli edifici nel periodo fra le due guerre, in L. Cardilli, A. Cambedda Napolitano (a cura di), La Capitale a Roma – Città e arredo urbano 1870-1945, Roma 1991, p. 187.

E. Muzzi, L’architettura nascosta di Quadrio Pirani, Quaderni dell’Istituto di Storia dell’Architettura, N.S., 24.1994 (1997), pp. 87-96.

M.L. Neri, P., Q., 1878/1970, in C. Olmo (a cura di), Dizionario dell’architettura del XX secolo, V, Torino-London 2001, p. 103.

G. Doti, Un nuovo episodio urbano tra Otto e Novecento. Il quartiere di Villa Sciarra al Gianicolo, in “Roma moderna e contemporaneaâ€, X, 3, 2002, p. 437

E. Puccini, G. Duranti, Testaccio: il quartiere operaio di Roma Capitale, 1870-1930, Roma 2012, pp. 66-75, 88-89

P. Brunori – F. Carboni, Ai margini di Roma Capitale. Appunti sull’architettura del quartiere Ostiense, in “Roma moderna e contemporaneaâ€, XX, 2, 2012, pp. 573-583.

G. Duranti, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 84 (2015), ad nomen.

S. Benedetti, La Città Giardino Aniene: l’impianto di Gustavo Giovannoni e il contributo degli altri architetti, in L. Marcucci (a cura di), L’altra modernità nella cultura architettonica del XX secolo, Roma 2012, p. 105