la storia del mattatoio e del campo boario

 Il Mattatoio di piazza del Popolo

Dal 1824 al 1868: un primo passo verso il controllo della mattazione nella città di Roma.
Sotto il pontificato di Leone XII, con il Chirografo del 29 maggio del 1824, si decreta la costruzione di un pubblico Mattattoio. Il progetto  viene affidato all’architetto Giovanni Battista Martinetti, ispettore delle acque e strade, e membro del Consiglio d’Arte. L’area individuata per il nuovo impianto è una zona a nord della città, a ridosso delle Mura Aureliane, confinante ad ovest con il Tevere, a sud e a est con fienili e altri edifici. L’estensione totale dell’area è pari a 13241,80 mq,  di cui 3650 mq coperti da fabbricati.
L’impianto del Mattatoio e del Mercato del bestiame era composto dagli Uffici di verifica e controllo delle operazioni daziarie e da due macelli di cui uno nuovo e uno costruito adattando un vecchio fienile. Altri locali erano adibiti ad uso di stalle per la sosta del bestiame domito. Nel lato sud, verso il Tevere, viene previsto l’ingresso principale allo Stabilimento, con un piccolo Ufficio di controllo sanitario. Nell’area scoperta, a ridosso delle mura di cinta erano collocati i rimessini di sosta del bestiame indomito, realizzati con colonne e barriere di legname, mangiatoie e abbeveratoi in muratura.
Nel 1859 saranno progettati i bagni calorici e nel 1860 i nuovi fronti d’ingresso alla città. Con questo progetto l’amministrazione pontificia avvia un sensibile miglioramento e controllo delle condizioni igieniche di Roma, anche se permane il problema relativo alla macellazione dei suini, degli ovini e del bestiame bufalino che seguitava ad essere ucciso e confezionato all’interno degli esercizi privati.

1868: il progetto di Gioacchino Ersoch

Nel 1868 l’amministrazione comunale decide di trasferire nel pubblico Mattatoio tutte le lavorazioni delle carni destinate al mercato alimentare. Gioacchino Ersoch viene incaricato dalla Magistratura di studiare un progetto di ampliamento e di sistemazione del Mattatoio, in cui si potessero collocare i seguenti servizi: macello per il bestiame degli israeliti; macello dei capretti; pelanda o macello dei suini; tripperia; stalle di sosta del bestiame domito e rimessini per l’indomito; distruzione delle carni infette;  locale dei bagni calorico-animali; aumento e regolare distribuzione dell’acqua. Ersoch descrive accuratamente le caratteristiche dei locali fornendo la superficie occupata, i materiali utilizzati tra cui il marmo per il rivestimento delle pareti, il legno per le coperture e le traverse, il ferro per le colonne. Ersoch prevede anche tutti gli accessori quali inferriate, banchi, uncinaie oltre ad indicare il complesso sistema degli scoli dell’acqua. Il progetto comprende inoltre l’ampliamento del Mercato con stalle e rimessini. Del 1869  sono le costruzioni dell’ampliamento che occupano anche l’area  della legnara pubblica sul Tevere.

Il nuovo mattatoio di Testaccio

Con il Piano Regolatore del 1873, elaborato da Alessandro Viviani, viene redatto un progetto di massima per la nuova sistemazione del Mattatoio e del Mercato, prevista tra il Monte Testaccio e le Mura Aureliane. Nel Piano Regolatore del 1883 sono indicati i principali requisiti relativi alla scelta della zona: vicinanza alla ferrovia Roma-Civitavecchia, al Porto di Ripa Grande e al Tevere. Tra il 1888 e il 1891 Gioacchino Ersoch, nominato direttore della Divisione III – Edilità e Architettura – del Comune di Roma, progetta e dirige la costruzione del nuovo Mattatoio di Testaccio, mentre il vecchio impianto realizzato a Piazza del Popolo viene dismesso e parte del materiale viene riutilizzato nel nuovo stabilimento.

Il progetto di Gioacchino Ersoch

Il progetto di Ersoch si articola su una superficie di 106.664 mq circa, ed è diviso in due parti distinte: lo stabilimento di mattazione, a nord, articolato su una superficie di 50.858 mq e il Campo Boario, a sud, esteso su uno spazio di 55.786 mq.
Le opere edilizie sono appaltate all’impresa Marotti, Frontini e Geisser, che incarica Carlo Tonelli di seguire i lavori, mentre le opere in ferro sono realizzate dall’officina dell’ingegner Pietro Fumaroli.
Il nuovo impianto viene progetto attraverso una razionale distribuzione dei diversi spazi in maniera da garantire la sorveglianza e la pubblica igiene per le diverse attività. Ersoch struttura il complesso secondo le seguenti funzioni principali: macelli, tripperia, pelanda dei suini, capretteria, stalle e rimessini. Per i macelli viene prevista l’adozione del sistema a galleria, in sostituzione del vecchio sistema a cella. Le funzioni “incomode” sono collocate lontano dagli uffici centrali, lungo il perimetro dell’area, in modo da agevolare l’accesso dall’esterno. Il progetto prevedeva, inoltre, un edificio per i serbatoi dell’acqua, posto a confine tra il Mattatoio e il Mercato, in prossimità di un altro locale destinato alle macchine per elevare l’acqua dal Tevere (con conduttura forzata).
I lavori del complesso iniziano nel maggio del 1888, con la costruzione della pelanda per suini. Contemporaneamente viene realizzato anche il fabbricato dei serbatoi, quello delle pese del bestiame, il locale delle macchine per elevare l’acqua e la galleria filtrante lunga 115 m. Il cantiere prosegue con la sistemazione del Mercato (Campo Boario), caratterizzato dalle strutture in ferro dei rimessini coperti e scoperti. Lo spazio del Mercato era diviso in due aree, una per il bestiame domito e una per quello indomito, con due ingressi separati e con due uscite sul Mattatoio.
Tra il Mattatoio e il Mercato viene collocato l’edificio per il controllo del peso del bestiame  e, a ridosso di questo, il macello per i militari e per gli israeliti. Sia il Mercato che il Mattatoio comprendevano uffici per la Direzione, mentre nell’area del Mercato vi era una trattoria, un ufficio contratti, la posta, il telegrafo, i locali per le guardie di sorveglianza e quelle daziarie.
Durante il cantiere vengono realizzati anche una serie di lavori di servizio all’impianto come un varco di passaggio attraverso le Mura Aureliane, lo scalo alla ferrovia Roma-Civitavecchia, i muri di perimetro del complesso, la selciatura dei percorsi,  gli steccati e i passaggi provvisori.
Il complesso che viene inaugurato il 1° dicembre del 1891 presenta alcune varianti rispetto al progetto originario. Il 13 febbraio 1894 Ersoch compila la stima generale dei lavori, il cui importo risulta pari a L. 7.022.598 (L. 4.042.622 per il Mattatoio e L. 2.979.976. per il Campo Boario).

Le trasformazioni nel tempo

Dal repertorio fotografico (in particolare dalle foto aeree dal 1919 al 1970) e dai dati di rilievo è possibile documentare la sequenza cronologica degli interventi successivi al 1891. Gli interventi edilizi possono collocarsi negli anni 1909, 1911, 1919, 1923, 1932 e 1953. Dall’analisi dello stato di fatto risulta che l’adeguamento dell’attività di macellazione ha prodotto in alcuni padiglioni modifiche radicali, con demolizioni di partizioni e accorpamenti di nuovi edifici.
Nel 1901 viene ricostruito in modo analogo, uno dei fienili del Campo Boario, distrutto da un incendio. Nel 1911 si realizza l’edificio Frigorifero all’esterno del Mattatoio su via Franklin. Nel 1919 si completa la perimetrazione del complesso che si estende anche verso il fiume. Nel 1924, allo spazio della pelanda viene inglobato il viale che separava l’edificio dai serbatoi di acqua, questo nuovo ambiente sarà coperto da una pensilina in cemento armato. Nel 1932, l’area tra il Frigorifero e le stalle viene occupata da un altro corpo, con destinazione a sala terrena frigorifera. Una delle stalle, a destra dell’ingresso principale, viene trasformata in salone di vendita, mentre le stalle a sinistra dell’ingresso sono destinate a gabinetto micrografico e a museo di anatomia patologica. Anche l’edificio posto su via Aldo Manuzio cambia la sua funzione in Salone di vendita grande modificando lo spazio interno e l’altezza. Sempre in quegli anni si avvia la meccanizzazione del trasporto delle carni attraverso l’installazione di guidovie aeree di collegamento tra i padiglioni. Nel dopoguerra,  al Salone di vendita grande viene annesso, al posto del vecchio locale attrezzi, un corpo ad angolo, prospicente il lungotevere Testaccio. Con la sistemazione delle sponde del Tevere e con la costruzione del ponte Testaccio, nel 1948,  il Mattatoio viene poi collegato alla parte ovest della città.
Dopo la dismissione degli impianti, nel luglio 1975, il complesso sarà destinato a diverse funzioni. Nel 1977 iniziano alcune demolizioni delle coperture e dei rimessini. Negli stessi anni si assiste a un ampio dibattito sulle ipotesi di recupero e rifunzionalizzazione delle vecchie strutture che porterà l’amministrazione capitolina a programmare il riuso dei vecchi padiglioni per realizzare la Città delle Arti.
Grazie a questa nuova destinazione i padiglioni dell’ex Mattatoio e del Campo Boario saranno recuperati per ospitare spazi polivalenti dedicati alla cultura e alla formazione tecnica e artistica, tra i quali il Macro, il Dipartimento di Architettura, l’Accademia di Belle Arti, la Scuola popolare di musica di Testaccio. Ad essi si aggiungono, insieme con altri insediamenti, le aree e i padiglioni della Città dell’Altra Economia e della Pelanda.

Il progetto di recupero e rifunzionalizzazione delle aree destinate all’Università degli Studi Roma Tre

Con il progetto della Città delle Arti si avvia anche il recupero degli edifici dell’ex Mattatoio concessi dall’amministrazione capitolina all’Università degli Studi Roma Tre. Nel 2000, con il restauro del padiglione 7, la Facoltà di Architettura (oggi Dipartimento) è stata la prima istituzione pubblica ad insediarsi nel Mattatoio dopo la sua dismissione. Nel 2010 si è aggiunto il padiglione 15a, dove recentemente è stata rinnovata la biblioteca che dispone di più di 90 posti di lettura. Tre nuovi padiglioni (2b-4-8), nel 2013, sono stati completamente ristrutturati e attrezzati con grandi aule, laboratori, uffici e spazi destinati agli studenti. L’intero progetto di recupero e rifunzionalizzazione è stato coordinato da Francesco Cellini.