La pagina della rivista «Architettura» illustra il progetto per il ponte d’Africa vincitore del concorso appalto per la costruzione di quattro nuovi ponti sul Tevere. Il progetto prescelto per il ponte d’Africa (poi denominato Testaccio) è quello di Cesare Pascoletti e dell’impresa S.A. Finanziaria per Costruzioni. La posizione del ponte si basava su una revisione dell’assetto urbano della zona che prevedeva la parziale demolizione, mai approvata, del Mattatoio. Il ponte costituiva il proseguimento di un’arteria larga quaranta metri che doveva collegare i rioni San Saba e Testaccio con Trastevere, Portuense e il futuro quartiere dell’EUR. L’arcata unica del ponte, in cemento armato con rivestimento in travertino, viene gettata nel 1943 ma i lavori sono sospesi a causa della guerra. L’opera sarà ripresa nel 1947 seguendo un progetto parzialmente modificato elaborato da Giulio Krall. Il ponte viene inaugurato il 22 luglio 1948, ha una lunghezza della sede variabile di 121,91 metri, una larghezza della sede stradale (in selciato) di 24,10 metri, mentre i marciapiedi (in travertino) sono larghi 3,60 metri. Si veda A. Bianchi, I nuovi ponti sul Tevere nella loro funzione urbanistica, «Capitolium», XIV, 10-11, 1939, pp. 454-455; C. D’Onofrio, Il Tevere, Roma 1980, p. 354.
Quattro concorsi appalto per ponti sul Tevere a Roma, «Architettura», XIX, 2, febbraio 1940, p. 63.
Biblioteca di area delle arti – Architettura – coll.: sala periodici