La restituzione di Giuseppe Gatti descrive la zona  dell’Emporium, della Porticus Aemilia e degli Horrea Galbana nella Forma severiana. Il Porticus Aemilia era un immenso edificio in opera incerta di tufo, lungo 487 metri, largo 60 metri, suddiviso da 294 pilastri che definivano una serie di ambienti, disposti su sette file nel senso della profondità . Il complesso era articolato in 50 navate, larghe 8,30 m ognuna, coperte da una serie di volte. Questo edifico, in stretta connessione con il porto, era destinato a deposito delle merci. Gli Horrea Galbana erano magazzini annonari, organizzati intorno a tre grandi cortili rettangolari porticati, sui quali si aprivano lunghi ambienti. Recentemente è stato dimostrato che questa era solo una parte dell’edificio, quella destinata ad abitazione degli schiavi (ergastula). I magazzini veri e propri si trovavano più a est, tra gli ergastula e il monte Testaccio.
F. Coarelli, Roma, Roma-Bari 1988, p. 349
Biblioteca di area delle arti – Architettura – coll.: /GUIDE.PST 6338