La chiesa di santa Maria Liberatrice viene progettata da Mario Ceradini nel 1908 ca. e prende il nome della demolita chiesa di santa Maria Liberatrice al Foro Romano. Sorge su: un area già destinata anni addietro per l’erezione di una nuova parrocchia, di cui s’incominciarono a gettare le fondazioni circa vent’anni or sono: per cui nell’ideare l’attuale progetto, per ragioni di giusta economia, si dovette sottostare a certi legami di forma e di dimensioni per non perdere quel tanto del già fatto, di cui si poteva usufruire. Essa è di croce latina con le tre braccia minori uguali: quello maggiore si allarga in tre navate separate da quattro robuste colonne lucidate, di granito rosso di Baveno. Le dimensioni interne misurano m. 51 di lunghezza e m. 35,50 di larghezza nel transetto: la superficie occupabile mq. 1160. Da La nuova Chiesa di S. Maria Liberatrice («L’Architettura italiana», III, gennaio 1908, n. 4, pp. 14). Si veda anche La nuova Chiesa di Santa Maria Liberatrice, «L’Architettura italiana», XVII, aprile 1922, n. 4, p. 1. Alla chiesa si unisce l’oratorio con la Sala Klemson progettata tra il 1907-1908 da Mario Ceradini e Pietro Lombardi. La Sala Klemson è caratterizzata da una struttura in cemento armato, realizzata dalla ditta Porcheddu che esegue anche i lavori strutturali della chiesa. Si veda G. Muratore (a cura di), Cantieri romani del Novecento, Roma, 1995, p. 238.
C.M. Travaglini (a cura di), Un patrimonio urbano tra memoria e progetti – Roma. L’area Ostiense-Testaccio, Croma-Università Roma Tre / Edimond, Roma 2004, p. 16 (la foto è conservata presso l’Archivio Centrale dei Salesiani).
Biblioteca di area delle arti – Architettura – coll.: /FR DIPSU 0244.