Il cimitero acattolico viene eletto luogo di sepoltura per gli stranieri ai quali era vietata la tumulazione nei cimiteri cattolici perché di altra religione. Le prime sepolture risalgono probabilmente alla fine del XVII sec., la prima documentata è quella di Mr. William Arthur del 1716. Al centro della foto campeggia tra i cipressi la Piramide di Caio Cestio che definisce il limite della zona più antica del cimitero, il “vecchio recinto” (o parte antica). L’area funeraria fu ampliata in maniera progressiva a partire dal XIX sec: chiuso negli anni Venti del XIX sec. il “vecchio recinto” (o parte antica), se ne aprì una nuova, contigua (ora nota come Zona Vecchia), a essa seguirono, sempre nel XIX secolo, la Zona Seconda e Terza. Per la complessa vicenda della storia del cimitero si veda A. Menniti Ippolito, Il Cimitero acattolico di Roma. La presenza protestante nella città del papa, Viella, Roma 2014.
C.M. Travaglini (a cura di), Un patrimonio urbano tra memoria e progetti – Roma. L’area Ostiense-Testaccio, Croma-Università Roma Tre / Edimond, Roma 2004, p. 100 (la foto originale è conservato alla Biblioteca della Fondazione Marco Besso).
Biblioteca di area delle arti – Architettura – coll.: /FR DIPSU 0244