Piante e misure delle grotte di monte Testaccio, nelle quali si vede la giusta positura di dette grotte ed altre comodità che sono fabbricate intorno a detto monte, 18 novembre 1694. Perizia di Giordano Vitali. Il documento è redatto per conto della Camera Capitolina, conservato all’Archivio Storico Capitolino, Cred. IV, n. 127. Rappresenta i particolari delle piante del piano inferiore, cioè delle grotte, e degli ambienti del piano superiore denominati “tinelli”. La prima di queste grotte viene scavata nel 1667 e l’intera cinta viene completata in meno di trent’anni; la particolare composizione del Monte, costituito da frammenti di anfore (che non combaciano tra di loro), permette la circolazione dell’aria ed il mantenimento costante di una bassa temperatura, variabile tra i sette e i dieci gradi, questo carattere rende le grotte particolarmente idonee alla conservazione del vino. Per secoli gli ambienti sono stati destinati a questa funzione grazie alla presenza dei vigneti. Il piano regolatore del 1883 conferma la destinazione a deposito di vino tanto che il successivo progetto di Gioacchino Ersoch per il Mattatoio e il Campo Boario (1888-1891) prevede la costruzione (non realizzata) di un mercato di vini da sistemare: in area di proprietà comunale, attorno alle grotte del monte Testaccio che servirebbero in parte per deposito.
L. Caruso (a cura di), Testaccio – progetto per la trasformazione di un quartiere, «Romacentro» pubblicazioni dell’Assessorato per gli interventi sul centro storico del Comune di Roma, 3, Fratelli Palombi editori, Roma 1986, tav. a p. 80.
Biblioteca di Storia dell’arte – Luigi Grassi – coll.: Sala/AR 11 IR A 20 0031/3